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AS YOU LIKE IT - Come vi piace
Drammatico
di Kenneth Branagh
con Bryce Dallas Howard, Kevin Kline, Richard Clifford
117 minuti - USA, Gran Bretagna 2006

Di tutti i personaggi femminili delle commedie shakespeariane, quello di Rosalinda in As You Like It è certamente uno dei più amati e ambiti. Rosalinda, che per scongiurare i pericoli di una corte ostile (suo zio Frederick ha assalito e sbaragliato suo padre Senior, esiliandolo) fugge nella foresta di Arden travestita da uomo, nel frattempo si è innamorata e ad Arden incontra l'oggetto del suo amore (Orlando, anche lui in fuga dal fratello Oliver, che vuole ucciderlo), il quale naturalmente non la riconosce e cade nella trappola degli equivoci e dei travestimenti che Rosalinda/Ganimede (il nome maschile che si è scelta) organizza per lui. Non altrettanto lucida della Beatrice di Molto rumore per nulla, Rosalinda ha tuttavia una carica maldestra ed entusiasta che la rende, insieme a tutti i suoi compagni di vagabondaggio e schermaglie sentimentali, sempre attuale (infatti, tra la dozzina di versioni cinematografiche della commedia, ne esiste una, diretta nel 1992 da Christine Edzard, ambientata nella Londra contemporanea, dove Arden è una specie di terra di nessuno lungo i moli, non ancora ripuliti, del Tamigi). Anche Kenneth Branagh sposta l'azione in evi più moderni, nel Giappone della fine del XIX secolo (che aveva appena aperto le proprie frontiere), in una di quelle "corti" ricostruite dai mercanti europei, che riproducevano nel cuore dell'Oriente le loro abitudini, i loro riti, le loro faide familiari, e contemporaneamente assorbivano almeno la superficie della cultura ospite. Gli ultimi decenni dell'800 furono segnati in Inghilterra (paese per eccellenza mercantile e ammalato d'Oriente) dal dilagare della moda delle cosiddette "cineserie", che ammorbidì con sensualità le rigidità vittoriane e che influenzò, oltre che le "arti applicate", anche la musica, la pittura, la scultura, la letteratura. Perciò, nel balletto di coppie che s'inseguono e si respingono, di duchi e signori fratelli che si odiano, si combattono e si rappacificano, di filosofi e "matti", di servitori devoti e popolane arruffate, non stridono le facce esotiche e il rimescolamento etnico (non solo lottatori di sumo, boscaioli e guerrieri giapponesi, ma anche i due fratelli Orlando e Oliver, interpretati da David Oyelowo e Adrian Lester, shakespeariani di colore, com'era Denzel Washington, il principe immerso nella campagna toscana in Molto rumore per nulla), né la sala della corte regolata da pareti giapponesi, i giardini di pietra e i canneti della foresta di Arden, i colori e le figure che deflagrano dai kimono nella lunga scena finale dei matrimoni. Tutto cercato e ricostruito in Inghilterra (tra gli studi di Shepperton e i Royal Botanic Gardens di Wakehurst Place), dallo scenografo Tim Harvey e dalla costumista Susannah Buxton, che hanno seguito un suggerimento di Branagh e del produttore Simon Moseley: «Abbiamo guardato Narciso nero di Michael Powell e ci siamo resi conto che è assolutamente realistico e convincente sebbene sia stato girato in Inghilterra mentre la storia è ambientata sull'Himalaya. Powell ricreò le ambientazioni della catena non lontano dalla location che abbiamo scelto noi nel Sussex». Sfuggendo alla rappresentazione tradizionale, "bucolica", stile Old England, della commedia, Branagh segue lo stesso istinto che lo portò ad ambientare Hamlet 2 a cavallo tra l'800 il '900 e Pene d'amor perdute durante l'età del jazz: un gusto "popolare" che affronta di petto il kitsch, sorretto da una profonda familiarità con i testi e le tradizioni shakespeariane. La scelta degli interpreti corrisponde allo stesso piacere della "contaminazione": i tratti moderni e irregolari di Bryce Dallas Howard (la figlia di Ron Howard, protagonista di Manderlay di Von Trier e di The Village e Lady in the Water di Shyamalan), nel ruolo di Rosalinda, di fronte alla bellezza sensuale di Romola Garai (giovane promessa del teatro e del cinema inglese, Amelia in Vanity Fair), in quello della cugina e complice Celia; la robusta classicità di shakespeariani doc come Brian Blessed (nella parte di entrambi i duchi, Senior e Frederick), Richard Briers (il vecchio servo Adam) e Jimmy Yuill (il pastore Corin), presenze costanti nel cinema di Branagh, contrapposta agli "eccentrici" Alfred Molina, il "matto" Touchstone, e Kevin Kline, il "filosofo" Jaques, due delle parti più belle e profonde della commedia, che spalancano, sotto i giochi degli equivoci, gli abissi di bizzarria e malinconia che sempre intridono Shakespeare, come ci ha ricordato un bellissimo romanzo uscito un anno fa, Ombre di Neil Jordan, che gioca in tragedia i molteplici intrecci amorosi di As You Like It.
Emanuela Martini (Film TV)
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