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Venerdì 19 Aprile 2024
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THE DRESSMAKER - Il diavolo è tornato
Drammatico/Commedia
di Jocelyn Moorhouse
con Kate Winslet, Judy Davis, Liam Hemsworth, Hugo Weaving, Caroline Goodall
118 minuti - Australia 2015

The Dressmaker ci proietta in un paesino sperduto dell'Australia, Dungatar, che assomiglia al set di uno spaghetti western, con un'unica via sulla quale si affacciano tutte le attività, dal farmacista alla scuola elementare, facendoci entrare in contatto con una piccolissima comunità dove tutti si conoscono e le giornate scorrono fluide in un clima di noia rassegnata. A portare subbuglio il ritorno a casa, dopo venticinque anni, di Myrtle "Tilly" Dunnage (Kate Winslet), una bambina all'epoca del suo allontanamento forzato dalla piccola comunità - con l'accusa orrenda di aver ucciso un suo compagno di classe - intenzionata a prendersi cura della madre Molly (Judy Davis), un'eccentrica donna da anni volontariamente rinchiusa tra le mura di una casa trascurata, e portare a compimento una vendetta maturata nel corso degli anni contro i concittadini, rei di averla emarginata senza mai credere alla sua innocenza. Negli anni passati lontana da Dungatar, Tilly, ha studiato moda a Parigi da Madeline Vionnet, simbolo dell'haute couture francese, trasformandosi in un'abilissima sarta capace di creare dei modelli eleganti, sensuali o raffinati che indossa lei stessa. Proprio le sue creazioni sono l'arma della quale di serve per tessere la sua tela di vendetta, dividendo in due sezioni contrapposte la comunità, tra chi la considera ancora un'assassina e chi rimane affascinato da quei modelli capaci di dare un aspetto del tutto inedito a chi li indossa. Un cammino verso la rivincita morale tortuoso, dunque, che porterà Tilly a scontrasi ancora una volta con la piccolezza di chi anni prima l'aveva allontanata ma che le darà modo, parallelamente, di conoscere l'amore ed il riscatto, ricucendo quel rapporto bruscamente interrotto oltre vent'anni prima con la madre. In tutto raccontato con uno stile difficilmente etichettabile, intriso di ironia e sequenze drammatiche, dove Kate Winslet domina la scena accompagnata da interpreti altrettanto validi. Scritto e diretto da Jocelyn Moorthouse, la regista de Gli anni dei ricordi, film corale e femminile con Winona Ryder giovane protagonista, e basato sull'omonimo romanzo di Rosalie Ham, The Dressmaker, è un film di difficile catalogazione per il suo insieme di generi e regisri che passano repentinamente dal comico al drammatico. Lo spettatore si troverà difronte una scatola cinese di stili eterogenei che costituiscono, al tempo stesso, il punto di forza e l'elemento penalizzante del film. L'ironia è la base sulla quale si muove buona parte della sceneggiatura e che si manifesta sia nei dialoghi che nella costruzione dei personaggi. Su tutti spiccano le figure di Molly, un'ottima Judy Davis, la cinica, bisbetica quanto irresistibile madre di Tilly e del Sergente Farrat, uno spassoso Hugo Weaving, rappresentante della legge a Dungatar con una passione per le paillettes e gli abiti dall'inconfondibile taglio Dior che ama indossare quando nessuno lo vede. Prodotto da Sue Maslin, The Dressmaker, gioca con i cambi repentini, con i flashback e le alternanze narrative compiendo anche qualche passo falso, facilmente riscontrabile nelle parti più drammatiche che risultano le meno convincenti o incisive dell'intero lavoro. Una pellicola che gode delle ottime "maestranze" scelte dalla regista alle quali ha affidato la fotografia vivace ed intensa di Donald McAlpine nella parte relativa al presente che contrappone ad una luce grigia per i frammenti dell'infanzia della protagonista, o ancora alle musiche dalle reminiscenze western composte da David Hirschfelder. Presentao in anteprima al Toronto Internationa Film Festival, The Dressmaker, ruota attorno alla figura di Myrtle "Tilly" Dunnage. E scelta migliore per interpretarla non poteva che ricadere su Kate Winslet. L'attrice premio Oscar, che presto vedremo in Steve Jobs di Danny Boyle, sembra non sbagliare mai un copione e tantomeno chiave interpretativa. La sua Tilly è una guerriera in cerca di vendetta, ma a differenza di Uma Thurman/Black Mamba in Kill Bill, la sua arma non è una katana ma la sua macchina da cucire, una compatta Singer portatile, con la quale mostra a chi per anni l'ha denigrata il suo enorme talento e grazie alla quale diventa una sorta di maga dell'ago e del filo per tutte le donne (o quasi) della piccola comunità alle quali dà un nuovo aspetto, avvolte nelle stoffe arrivate direttamente da Parigi con le quali confeziona abiti spettacolari che stridono ancor di più con la loro vecchia immagine visto lo scenario desertico sul quale si muovono. Un'altra eroina fragile nella sua lunga filmografia, capace di interpretare una gamma complessa di emozioni.
Manuela Santacatterina (Movieplayer.it)
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