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Martedì 14 Maggio 2024
Parrocchia S.Stefano
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La Madonna di via XX Settembre

...la Madunina di BÒSA

Lo scorso anno, alla camminata dell’ultimo giorno di lezione nelle scuole elementari, si snodò fra boschi e campi un allegro serpentone di alunni, insegnanti cd appassionati di attività campestri. In testa camminavamo costantemente in tre: la maestra Pedrone, il sottoscritto e Pierluigi Caglio della sezione Alpini.
Giunti, insieme al nostro gruppo, con qualche minuto di anticipo sul resto della carovana, si fece una piccola sosta presso l’edicola della Madonnina del Colombaio. Fu Pierluigi ad avanzare un’osservazione: “Anche questa Madonna è senza Bambino. Tutte le statue delle nostre Madonne non hanno Gesù Bambino”. Gli feci osservare che alcune delle nostre statue hanno sì il Bambino: la Madonnina delle Orane, quella che sovrasta l’ingresso del Cimitero e la Madonnina di Bòsa, in via XX Settembre.

Eccoci dunque presso codesta edicola che fino agli anni cinquanta segnava il confine fra il centro abitato e le quattro cascine che sorgevano un po’ oltre: Bislac, il Dossetto, il Dosso e la Canova.
Per la verità, costruito a ridosso delle mura di cinta del chioso di Casa Arese, il tempietto è sempre stato curato, nel passato, dalle famiglie dell’ormai demolito cortile agricolo di via XX Settembre di cui i Bòsa (Colombo, di parentela) erano abitanti nell’estremo settore verso Est.
La signora Angelina Colombo (che ora abita altrove) ben ricorda che a prendersi scrupolosa cura della Madonnina era una certa Mariett originaria della Canova, ma che abitando presso i Bòsa s’incaricava non solo del decoro di quell’immagine sacra, ma partecipava all’allestimento di un altarino al momento in cui, al tempo delle Litanie (latanei), il sacerdote ed i fedeli uscivano di buon’ora a benedire la campagna che tornava a rivegetare dopo il lungo inverno.

Il tempietto di allora era di modestissime condizioni. Non era appariscente e ben curato come lo si vede ora, dopo che gli alpini ne hanno effettuato un pregevole restauro.
La Madonnina tuttavia è quella di sempre. Incoronata col Bambino.
Dev’essere li chissà da quanto tempo, a protezione di quegl’immensi campi di cui ormai non esiste altro che un modesto e malinconico scampolo.

Ma, ora, la nostra Madonnina ha ben altro su cui vigilare. Son sorte lì attorno numerose villette ben schierate in diverse vie. Fanno bella mostra di sè alcuni condomìni di recente fabbricazione. Presto, forse, anche la cascina che raggruppava oltre i Bòsa anche i Boss, i Cumpesitt, i Belon, i Campee, i Bernarditt, i Sala vedrà sorgere sulle sue fondamenta un altro complesso edilizio con tante e tante nuove famiglie a cui la Madonnina volgerà il suo sguardo benevolo.

Per ora, a curare la sua immagine sono i condòmini del palazzo più prossimo alla sua edicola. E ci si augura che tale devota attenzione non abbia mai ad affievolirsi. Lo si spera vivamente, perché Osnago ha grande venerazione per le “sue” Madonne.

- scritto nell'anno 2001 -

Autore del testo

Alfredo Ripamonti
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