Parrocchia S.Stefano
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Drammatico di Roman Polanski con James Belushi, Pierce Brosnan, Kim Cattrall, Timothy Hutton, Ewan McGregor 131 minuti - Francia '10
Dal Ghost Writer al "ghost director". Abbiamo ancora negli occhi la proiezione trionfale e insieme spettrale del Festival di Berlino, con la sala che applaude un regista invisibile perché si trova agli arresti domiciliari. E la cosa più incredibile è che L'uomo nell'ombra (The Ghost Writer), premiato con l'Orso d'argento, racconta proprio una storia di misteri e delitti in cui nessuno è ciò che sembra. Anche (soprattutto) se è sotto i riflettori dei media.
Curioso destino quello di Roman Polanski e di questo film iper-polanskiano tratto dal romanzo dell'ex-cronista politico inglese Robert Harris (Mondadori), che lo ha anche sceneggiato. I protagonisti, stavamo per dire i fantasmi, sono due. Un vanesio ex-primo ministro inglese, Adam Lang (Pierce Brosnan), sospettato di aver "passato" illegalmente dei terroristi islamici alla Cia per farli torturare, tanto che ora vive su un'isoletta americana per evitare l'estradizione del tribunale dell'Aja (sempre a Berlino, Harris avvertiva che il dettaglio era già nel romanzo, ma è impossibile non pensare alle vicende giudiziarie di Polanski e al suo esilio in Svizzera per evitare l'estradizione negli Usa). Il secondo fantasma è invece il giovane "ghost writer" senza nome (Ewan McGregor) assoldato per ultimare l'autobiografia del politico dopo la morte improvvisa e misteriosa del ghost writer che lo ha preceduto.
Da una parte dunque c'è un uomo ricco e potente, che vive recluso e circondato da assistenti e guardie del corpo. Dall'altra un giovane sconosciuto che in quella villa lussuosa e isolata scopre poco a poco gli scheletri nell'armadio del politico. Anche se ogni indizio integra o forse contraddice il precedente. Come sarà morto davvero il suo predecessore, che ha lasciato un manoscritto a metà? Cosa celano gli anni giovanili del futuro primo ministro? Cosa sanno davvero la sua bionda segretaria - amante (Kim Cattrall) e quella moglie bruna e infuriata (Olivia Williams, eccellente come l'intero cast)?
Fra tanti misteri si profila l'ombra della Cia (c'è perfino uno pseudo Dick Cheney a capo di una megaindustria militare che ricorda la Hallyburton del vice di Bush), ma Polanski intreccia scene d'azione, frecciate politiche e specchietti per le allodole con un'attenzione al sottotesto e una capacità di portare gli attori al diapason che è tutta e solo sua.
Chi ha dimestichezza con il suo cinema apprezzerà il gioco hitchcockiano sulle apparenze, il gusto molto polacco per l'assurdo, la capacità di dare finezza e profondità anche alle scene più frenetiche iniettandovi un dubbio quasi metafisico. La vicenda in cui si è trovato catapultato a fine lavorazione dona a questa storia di (auto)reclusione e misteri sepolti nel passato un tocco perfino profetico. Dietro ai due "ghost" sullo schermo si affaccia un terzo fantasma. Il suo.
Fabio Ferzetti (Il Messaggero)
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