Questo sito si avvale di soli cookie tecnici necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.
Maggiori informazioni | Chiudi
Martedì 30 Aprile 2024
Parrocchia S.Stefano
di Osnago
...una comunità in cammino!
Mappa del Sito Corrispondenza
Home Parrocchia Gruppi Parrocchiali Oratorio Scuola Materna Cine-Teatro Link
LA GUERRA DI MARIO
Drammatico
di Antonio Capuano
con Andrea Renzi, Anita Caprioli, Valeria Golino, Marco Grieco
100 minuti - Italia 2005

Non è vero, come si legge sui giornali, che La guerra di Mario ha "trionfato" nell' agosto scorso al Festival di Locarno. In realtà il film scritto e diretto di Antonio Capuano è piaciuto agli addetti ai lavori, ma la giuria l'ha snobbato limitandosi a un' nutile menzione per il piccolo protagonista Marco Grieco. Andava evidenziata piuttosto l'interpretazione di Valeria Golino, una vera attrice che sta facendo da anni un suo percorso ambizioso e importante. Insomma il battesimo ticinese è servito a poco, visto che la pellicola doveva uscire a novembre e arriva sugli schermi soltanto ora, con mesi di ritardo e avendo perso l'appuntamento dei Nastri d'argento. Il tema della vicenda non è l'adozione, ma l'affidamento temporaneo. Ovvero la facoltà legale di sottrarre un minore da una precaria situazione familiare parcheggiandolo presso qualche anima buona sotto la sorveglianza del giudice. Sorretta dalla nevrotica dedizione tipica della madre mancata, l'insegnante di storia dell'arte Giulia si è accollata la cura del piccolo Mario. Tra il ragazzino di nove anni e la figura semipaterna di Sandro (Andrea Renzi), il compagno della protagonista, si sviluppa una forma di gelosia reciproca, che induce Mario a provocare continui incidenti comportandosi da irresponsabile. Sandro rinuncia presto all'illusione di fare amicizia e Giulia, dal canto suo, non sa a che santo votarsi. Mario non perde occasione per respingerla ("Mica è mamma mia, non la conosco, non mi appartiene..."), lei lo bacia di continuo stampandogli il rossetto sulle guance. Refrattario alla scuola, a casa il ragazzino non apprezza i vantaggi della sua nuova condizione di privilegiato. Si affeziona soltanto a un cane randagio che ha raccolto per la strada, ma finisce per distruggere stupidamente anche questo legame. Giulia acquista un pianoforte per incoraggiare un ipotetico talento musicale di Mario, ma di studiare lui non ha proprio voglia. A momenti sembra perfino rimpiangere la madre vera, Nunzia (Rosaria Di Cicco), una prostituta convivente con un poco di buono che azzarda uno spudorato approccio con Giulia. L'assillo educativo mette la professoressa in collusione con l'ambiente delinquenziale della periferia, che invece esercita un'irrazionale attrazione su Mario. Il quale non trova da ridire quando di fronte a Giulia inorridita un branco di teppistelli le butta allegramente in faccia lo slogan: "La scuola è un brutto carcere, il carcere è una bella scuola". La caratteristica di La guerra di Mario è di non presentare una realtà divisa fra buoni e cattivi. Ciascuno svolge fino in fondo il ruolo che il destino gli ha inflitto all'interno di una società fondata su una frattura incolmabile fra il mondo rispettoso delle regole e l impudente realtà del sottomondo. Avanzando tuttavia il sospetto che le leggi e chi le rappresenta (una psicologa, la tutrice del tribunale) non siano all'altezza di interpretare un caso come quello di Mario e salvarlo da un avvenire disastroso. Nei sei film che è riuscito a fare in quindici anni, Antonio Capuano non si è mai allontanato da Napoli, che anche qui rappresenta la cornice non occasionale di questo dilacerarsi di anime in pena: un paradossale incanto di mediterranea luminosità nella nitida fotografia di Luca Bigazzi. Ancora una volta il riferimento ovvio è a De Sica, di cui Capuano si può considerare una sorta di erede naturale, che tuttavia si nega lo spasso occasionale del folklore e le consolazioni del patetico, aggiornato com'è alle asprezze della cronaca circumvesuviana. Se la materia palpita di verità dolorosa, lo stile di questo cinema della crudeltà è asettico e la sfilata dei personaggi si snoda come una commedia umana. Ma il campo di battaglia della "guerra di Mario" resta soprattutto il volto di Valeria Golino, espressivo al di là delle parole.
Tullio Kezich (Corriere della Sera)
 Versione Stampabile 
 Invia questa pagina 
Area Riservata | Privacy | Regolamentazione
Parrocchia Santo Stefano | Via S.Anna, 1 | 23875 Osnago (LC) | Tel. e Fax 039 58129 | Codice Fiscale 85001710137
Sala Cine-Teatro don G.Sironi Tel. 039 58093 - 349 6628908