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NELLA VALLE DI ELAH
Drammatico
di Paul Haggis
con Tommy Lee Jones, Charlize Theron, James Franco, Susan Sarandon, Jonathan Tucker, Frances Fisher, Jason Patric, Josh Brolin, Wes Chatman, Mehcad Brooks, Victor Wolf
124 minuti - USA 2007

Se vi ritrovate fra le mani una bandiera americana, cosa ne potete fare? Evitate per favore di bruciarla, all' uso dei manifestanti trinariciuti; ma volendo esprimere qualche legittima perplessità riguardo alla politica estera in punta di baionetta del presidente Bush, tirate su il vessillo facendolo sventolare alla rovescia. Vale a dire con le stelle di sotto anziché di sopra. È questo l' auspicabile segnale migliorista che conclude Nella valle di Elah, dove Tommy Lee Jones spiega che nell' esercito la bandiera a testa in giù è un segnale di pericolo. Il che sigilla il film con un solenne «come volevasi dimostrare». È urgente smettere di mandare la gioventù a morire o a dannarsi in una guerra insensata e belluina, che giorno per giorno va trasformandosi in un corso accelerato di follia e delinquenza producendo le spaventose conseguenze di cui dallo schermo ci arriva un esempio. Paul Haggis, autore e regista che avendo scritto le sceneggiature per i due film militari di Clint Eastwood su Iwo Jima parla di cose che conosce, ha tratto ispirazione dalla tragica fine nel 2003 del reduce Richard Davis raccontata l' anno dopo da Mark Boal in un articolo su Playboy. Rientrato a Fort Rudd (New Mexico) dopo 18 mesi di Iraq, durante una serata di bisboccia con tre commilitoni il soldato Mike è letteralmente scomparso. Da Munro (Tennessee) arriva il padre, Hank, deciso a vederci chiaro, ma subito intralciato dai comportamenti ambigui o distratti delle gerarchie in divisa e della polizia locale rappresentata dall' ispettrice Emily (Charlize Theron). Ex poliziotto militare, Hank indaga per conto suo e ritrovato il telefonino dello scomparso ne fa analizzare il contenuto da un tecnico che estrae poco a poco riprese sempre più inquietanti di inumane brutalità praticate nel corso della missione oltremare. Nel frattempo in un prataccio periferico si ritrova il corpo sbranato e bruciato di un uomo identificato per il povero Mike. Indescrivibili a parole le emozioni che a ondate successive investono Tommy Lee Jones, quando è solo nella stanzetta del motel o quando telefona alla moglie Joan (Susan Sarandon) in attesa di notizie che peggiori non potrebbero essere. A questo punto bisogna dire che il vero campo di battaglia del film è il volto del protagonista, una via di mezzo fra Bogart e John Wayne, impassibile e risoluto insieme. Hank ha fatto il Vietnam senza perdere l' orgoglio di appartenenza all' US Army né certe obbliganti abitudini di rigore e correttezza. La tragedia dell' America di oggi è raffigurata attraverso lo sfaldarsi della fede di un incallito patriota che si sente precipitato su un altro pianeta. Fra orde imbestialite di militari in libera uscita dentro locali simili a gironi d' inferno e l' incapacità delle istituzioni di mettere un margine al collasso morale e comportamentale, Hank si paragona a Davide che affronta inerme il gigante filisteo Golia nella valle di Elah; e non a caso rievoca l' episodio a beneficio del figlioletto di Emily, la quale infine ha capito di dover collaborare all' inchiesta di quel padre vulnerato. Ma se Davide è uscito vincitore dallo scontro, quante probabilità ha Hank di mostrarsi più forte dell' orrore che avanza? Passato senza premi a Venezia (come hanno fatto a laureare Brad Pitt al posto di Jones?) Nella valle di Elah pur appesantito da un' esuberanza di notazioni collaterali, s' impone fra i migliori film hollywoodiani degli ultimi anni. Paul Haggis è riuscito a testimoniare in maniera profonda, senza una parola che sfiori la politica, la dolorosa caduta degli ideali americani contro la quale dovrà mobilitarsi fra un anno il nuovo presidente nel tentativo di rimettere la bandiera stellata a testa in su.
Tullio Kezich (Corriere della Sera)
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