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Domenica 19 Maggio 2024
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BURN AFTER READING - A PROVA DI SPIA
Commedia/Noir
di Ethan e Joel Coen
con Tilda Swinton, George Clooney, John Malkovich, Brad Pitt
95 minuti - USA 2008

Con la barba brizzolata incolta, lo sceriffo federale George Clooney tradisce la moglie, e l’amante virago Tilda Swinton, selezionando appuntamenti dozzinali su internet, mentre nel sottoscala, come regaluccio di compleanno per la consorte, le costruisce una sedia erotica con sorpresa verticale in gomma. Lei (Elizabeth Marvel), per non sbagliare gli mette alle costole un investigatore per ottenere il divorzio mentre, in tournée per lanciare libri di favole per piccini, si fa sbattere da un giovanottone che chiama «amore mio». Brad Pitt, che sculetta e inneggia ascoltando le cuffie nella palestra dove fa il personal trainer, finisce (male) nell’armadio della camera da letto di Clooney, cercando di portare a termine un ricatto imbecille che sfida addirittura la Cia e i servizi segreti russi. John Malkovich, agente anziano silurato dall’Agenzia per eccessi alcolici, marito tradito della Swinton, cerca invano di scrivere le sue memorie; ma perde i dati su dischetto. E poi c’è Francis McDormand, la povera impiegata della palestra, una cinquantenne single che sogna un costosissimo lifting a quattro livelli e cerca l’anima gemella sul Web. Indovinate chi finirà per ospitare nel suo letto... Trovare il film giusto d’apertura, di classe, coinvolgente, con glamour, e in anteprima mondiale assoluta, vale la pole position di un festival internazionale. Cannes ci riesce spesso. Berlino vola basso. Venezia conosce alterne fortune. Con Burn after reading - A prova di spia, tredicesimo lungometraggio dei fratelli Coen, la Mostra edizione numero 65 ha messo a segno, ieri sera, la più brillante e autorevole inaugurazione del decennio. Satira dell’America che ha mitizzato il controllo sul mondo e ha perduto la via di casa, fusione di Altman, Hitchcock e Alfred Jarry (è scritto, prodotto e diretto dai fratelli), tragicommedia che scopre il regime quotidiano dell’assurdo, è anche tra i migliori film della loro carriera. E’ un’opera che corrisponde, felice e amara, alla percezione individuale e collettiva dei nostri tempi. La miccia è la soluzione che l’impiegata McDormand trova per autofinanziarsi l’ambitissimo lifting: perché non ricattare l’ex agente Cia che ha perduto il suo cd in palestra? Pazzesco, ma ci prova. Tutti tradiscono tutti. La Cia, che ha innestato il meccanismo col licenziamento del suo agente, cerca di tappare buchi facendo sparire cadaveri. «Ma che c... sta succedendo?» chiede il grande boss dell’Agenzia. «Succede che nessuno sta più alle regole» risponde il funzionario addetto al caso. E’ la frase che pronuncia lo sceriffo del penultimo film dei Coen, Questo non è un paese per vecchi, tragedia della perdita di ogni valore di cui questo Burn after reading è la versione umoristica. La combinazione tra il piano privato (gli intrighi d’amore) e il piano politico (l’intrigo del potere) è formidabile. Negli ultimi istanti c’è un affondo implicito sul fallimento della guerra in Iraq. Ammette il boss della Cia al funzionario: «Che cosa abbiamo imparato da questa storia? Mah. Certo, prima dovremmo sapere che cosa abbiamo fatto».
Silvio Danese (Quotidiano Nazionale)
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