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Lunedì 29 Aprile 2024
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LA SETTIMA STANZA
Biografico
di Márta Mészáros
con Maia Morgenstern, Jan Nowicki, Ileana Carusio, Iwona Budner
95 minuti - Italia, Francia 1995

A Breslavia nel 1922, la brillante allieva del filosofo Husserl, la docente di filosofia Edith Stein, appena battezzata con il nome di Theresia Hedwig, deve affrontare le rimostranze della madre Auguste, che l'accusa di aver tradito la religione ebraica. Agli inizi degli anni '30, durante una conferenza a Münster, viene attaccata dal professore Franz Heller, ex collega di studi e innamorato respinto, che l'accusa di opportunismo. Intanto il nazismo dilaga ed Edith viene sospesa dall'insegnamento. Heller, entrato nelle file naziste, la consiglia di espatriare. Le sorelle Elsa ed Erna con le famiglie sono in procinto di emigrare negli Stati Uniti: a sorpresa, Edith annuncia la decisione di farsi carmelitana. La famiglia è costernata: la madre la scaccia. Dopo un duro noviziato, durante il quale consiglia alla compagna Greta di seguire la sua vocazione alla maternità, Edith prende i voti ai quali assiste anche Hans, suo antico innamorato. Poi la sorella Rosa porta brutte notizie della madre, che muore senza vederla. Le elezioni sono un pretesto per Franz per rivedere Edith, millantare i successi del nazismo e rinovarle l'invito ad espatriare. Dopo la tragica "Notte dei cristalli", nel 1938 Edith e Rosa si trasferiscono in Olanda, ma l'espansione nazista fa sì che le due donne vengano arrestate e caricate su un vagone, dove si prodigano per consolare i bambini deportati. - Una figura del valore culturale, spirituale ed umano come Edith Stein si dovrebbe imporre comunque se ne parli. Al personaggio Edith alcuni hanno riconosciuto una eccessiva, quasi spigolosa durezza (i momenti di umana tenerezza non difettano, tuttavia, in vari momenti). D'altro canto, durissimi erano i tempi e la Stein fu donna coerente e fiera. Il film interessa, è credibile, semmai gli nuoce una certa lunghezza, ma in sostanza riesce a conseguire lo spessore voluto, per non pochi episodi neppure molto facili. Si è davanti ad un'opera più che degna che consegue anche effetti di spettacolo quando, uscendo dal clima più strettamente conventuale, richiama alla memoria gli orrori del nazismo, l'arrogante violenza dei capi, la nefanda e tetra visione di Auschwitz. La sceneggiatura inciampa in qualche fragilità: tutta la parte centrale del film è carente rispetto a ciò che la tessitura narrativa ha meglio in precedenza proposto. Tanto che qualche momento "forte" e fonte di schietta emozione il prelevamento della religiosa dal Convento olandese mediante l'automobile delle SS è affidato ad una azzeccata fotografia. L'attrice teatrale rumena Maia Morgenstern offre in un difficile ruolo una vigorosa interpretazione che accresce il valore del film.
(Dal sito ACEC - Ass. Cattolica Esercenti Cinema)
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