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Domenica 28 Aprile 2024
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ASSOLO
Commedia drammatica
di Laura Morante
con Laura Morante, Piera Degli Esposti, Francesco Pannofino, Lambert Wilson, Marco Giallini
97 minuti - Italia, Francia 2015

Flavia è una cinquantenne con due matrimoni finiti alle spalle e due figli grandi che la trovano "antica". Insicura e velleitaria, come si autodefinisce, è incapace di rendersi autonoma dagli ex mariti e dalle loro seconde mogli, che considera molto più risolte di lei. Per dare una direzione alla sua vita si rivolge ad una psicologa cui racconta qualcosa di tutti meno che di se stessa. [...] Laura Morante, alla seconda prova come regista e autrice (affiancata alla sceneggiatura dall'ex marito numero due, Daniele Costantini), prosegue il discorso iniziato con Ciliegine costruendo un'altra commedia più francese che italiana (c'è anche Lambert Wilson nei panni dell'amante d'oltralpe), più newyorkese che romana. Passando per i film della coppia Agnes Jaoui-Jean Pierre Barci e per le commedie di Woody Allen, Morante trova una sua cifra narrativa singolare (verrebbe da dire single) fatta di malinconia, ritmo e leggerezza. È impossibile non voler bene alla sua Flavia che attraversa il presente incespicando nei suoi errori passati e in qualche modo resta in piedi, che aspira ad uscire dal coro ma non osa l'assolo per paura di stonare. Laura Morante invece è impavida nell'affrontare a testa alta un tema scomodo e apparentemente poco commerciale come i 50 anni delle donne che improvvisamente si sentono inutili, invisibili e inette, ponendo da sole il prefisso "in" davanti ai loro desideri e accettando di dipendere ancora e ancora da quello sguardo maschile condizionato ad orientarsi verso donne più giovani e più disposte all'adulazione. [...] L'autrice si regala un autoritratto pieno di grazia e ironia, mai beffardo o crudele, poco incline ai patetismi e ai compiacimenti vittimisti. Il suo sguardo è gentile anche verso i personaggi maschili, fra cui spicca Marco Giallini per irresistibile sgradevolezza. [...] Al centro della storia c'è uno dei temi tabù della nostra epoca, la distinzione fra la solitudine come condizione di vita e la solitudine come percezione di sé: perché si può essere soli e non soffrirne, così come si può essere in due e sentirsi disperatamente soli. Morante inizia il suo racconto prendendo di petto anche il tema della morte, che sottende l'intera storia e riguarda quasi tutti i personaggi, e lo descrive in una sequenza onirica che attinge a Pina Bausch invece che a Fellini o all'ultimo Sorrentino. In una storia di maturazione la cui protagonista deve imparare a scegliere invece di aspettare di essere scelta, la morte infatti è un punto di partenza, perché al suo cospetto il tempo stringe, le opzioni si riducono, e quelle che restano sono quelle che contano. E il tempo, anche se poco, può bastare, se lo si usa per guidare in avanti, invece che guardare all'infinito nello specchietto retrovisore.
Paola Casella (MyMovies.it)
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