|
Don Marco Ferrari (era stato eminente Rettore del Seminario di Saronno)Con don Marco, giunto fra noi nel 1972 è iniziata l’epoca dei parroci a termine. Prima ancora del suo ingresso ufficiale, permanendo in parrocchia per gli opportuni contatti con il parroco rinunciatario, don Marco influenzò positivamente i parrocchiani soprattutto per il suo modo di predicare. Nel proporre le riflessioni durante l’omelia praticava argomenti propositivi che inducevano ad approfondire i problemi, a ricercarne le soluzioni in modo esaustivo e convincente.
Naturalmente ne condivideva intendimenti, proposte e attività concrete. Attività che miravano a sensibilizzare e organizzare i genitori degli alunni ad una partecipazione attiva, vigile e costruttiva all’interno delle scuole di ogni ordine e grado. L’Age, naturalmente di ispirazione cattolica, si proponeva (e lo fa ancor oggi) di introdurre nei nuovi organi di democrazia scolastica, (in virtù dei decreti delegati del 1974) personalità capaci di qualificati interventi operativi. Tali cioè da garantire sane interpretazioni dei programmi e delle varie attività didattiche ed educative. E don Marco, non solo perchè aveva una sorella che operava in quest’ambito, ma soprattutto per sue prerogative personali caldeggiava la formazione dell’associazione genitori anche nella nostra comunità. E s’impegnò per costituirla. C’erano però allora posizioni ideologiche spesso contrastanti, pregiudizievoli talvolta nei rapporti tra convinzioni differenti; poco propense ad un confronto sereno e costruttivo. Contrapposizioni che, inizialmente, condizionarono l’impegno di taluni operatori, perfino in antagonismi inconcepibili. Non certo confacenti a vera responsabilità obiettiva. Don Marco peraltro s’impegnò in prima persona, in qualità di docen- te, nel Consiglio d’Istituto nella nostra scuola media che, allora, aveva sede qui in Osnago e comprendeva anche le sedi distaccate di Cernusco e di Verderio. Quindi sperimentò con me le non indifferenti difficoltà di quella iniziale esperienza. Ero stato infatti eletto a presiedere quel primo Consiglio d’Istituto e quella mansione non è stata certamente priva di sorprese e di difficoltà. Furono inizialmente un gruppo di docenti a creare disagi. Per pregiudizi, soprattutto. E, per pregiudizi, neppure le Amministrazioni Comunali interessate favorirono l’espletamento delle competenze di quell’organo collegiale. E don Marco, toccò quindi con mano quei contrattempi che, per fortuna, si risolsero presto. Cioè quando ci si convinse che l’ideale non era la contrapposizione ideologica ma un’autentica ed obiettiva responsabilità collaborativa. A ricordarci il passaggio di don Marco, all’interno della parrocchia, resta lo stendardo solenne che viene portato tuttora in processione nelle grandi occasioni liturgiche. Non era in condizioni ottimali. Grazie all’iniziativa del parroco Ferrari, appare ora rinnovato e splendente. Ebbe a cuore, don Marco, anche la consuetudine che i quarantenni accompagnassero la statua dell’Assunta nel giorno della Sua festa. Ricordo che quando questo privilegio toccò alla mia leva, don Marco ci accolse nel suo giardino e, registro alla mano, ricordò a ciascuno di noi la data effettiva del nostro battesimo. Qualche tempo prima che si concludesse tra noi il suo mandato pastorale, gli tolsero don Silvano. Ne soffrì visibilmente il nostro parroco.
Mentre era ancora tra noi gli venne a mancare il padre. Lo affidò volentieri alle cure della nostra comunità. Le sue spoglie riposano attualmente all’interno del nostro cimitero. Alle cerimonie tipiche del tempo dei morti, don Marco torna a celebrare la messa sull’altare del nostro camposanto. Partecipano con lui anche alcuni componenti della sua famiglia. E si rende allora evidente la convinzione che don Marco Ferrari (nel frattempo divenuto Vescovo) occupa ancora qualche angolino nel cuore di noi osnaghesi. La piazza! Se adesso la nostra chiesa possiede una piazza, sia pur laterale, è dovuto alla generosità di don Marco che in tal senso aveva stipulato un accordo con l’Amministrazione del suo tempo. Era allora sindaco Angelo Bonanomi che aveva con il parroco grande familiarità e comunione d’intenti. Com’è del resto auspicabile che così si realizzi ancor oggi in ogni occasione della vita civile e religiosa. - scritto nell'anno 2006 - Autore del testo Alfredo Ripamonti |